Il termine metallocene deriva da ferrocene che fu il primo composto avente tali caratteristiche ad essere sintetizzato per caso indipendentemente da due gruppi di ricercatori che ottennero il composto dalla reazione tra bromuro di ciclopentadienilmagnesio e cloruro di ferro (II).
Da caratterizzazioni effettuate con la Risonanza Magnetica Nucleare e con la Diffrazione di Raggi X si è determinata la struttura del ferrocene in cui i sei elettroni π dell’anione ciclopentadienilico si legano allo ione centrale Fe2+. Quest’ultimo che ha una configurazione esterna 3d6, legandosi a due anioni ciclopentadienilici viene ad avere un totale di 18 elettroni assumendo la configurazione del gas nobile Kripton e risultando quindi particolarmente stabile.
A seguito della scoperta del ferrocene si rese necessaria una nomenclatura per questi tipi di composti e Cotton propose di anteporre la notazione ηη al nome dell’olefina per indicare il numero di atomi legati al metallo coniando il termine di apticità. Nel caso del ferrocene e quindi dei metalloceni in cui lo ione centrale è legato ai 5 atomi di carbonio dell’anione ciclopentadienilico si usa la notazione η5 che si pronuncia pentaapto
Sintesi
I metalloceni possono essere ottenuti:
1) Dal sale metallico e dal ciclopentadienuro di sodio ottenuto dalla deprotonazione del ciclopentadiene ad opera di una base forte:
MCl2 + 2 NaC5H5 → 2 (C5H5)2M + 2 NaCl
2) Dal metallo in fase gassosa e dal ciclopentadiene:
M + 2 C2H6 → (C5H5)2M + H2
3) Dall’anione ciclopentadienilico e un opportuno reagente. Ad esempio il cromocene è ottenuto dal cromo esacarbonile e ciclopentadiene:
Cr(CO)6 + 2 C2H6 → (C5H5)2Cr + H2 + 6 CO
I metalloceni danno luogo a reazioni di sostituzione come l’acilazione di Friedel- Craft in presenza di cloruro di acetile e cloruro di alluminio.
I metalloceni contenenti Titanio, Zirconio e Afnio vengono usati in molte reazioni tra cui come catalizzatori nella polimerizzazione delle olefine e come reagenti per reazioni stereospecifiche.