Un ossido è un composto binario costituito da un elemento e dall’ ossigeno che presenta numero di ossidazione -2. L’elemento legato all’ossigeno, se presenta più di un numero di ossidazione, dà luogo alla formazione di più ossidi: ad esempio lo stagno che presenta numeri di ossidazione +2 e +4 forma due ossidi ovvero l’ossido di stagno (II) noto anche come ossido stannoso SnO e l’ossido di stagno (IV) noto anche come ossido stannico SnO2.
Altre classi di composti sono:
i perossidi in cui è presente un legame O-O come il perossido di sodio Na2O2. Nei perossidi l’ossigeno ha numero di ossidazione -1
i superossidi contenenti l’anione O2- come il superossido di potassio KO2. Nei superossidi l’ossigeno ha numero di ossidazione – ½
gli ozonidi contenenti l’anione O3- come l’ozonide di cesio CsO3. Negli ozonidi il numero l’ossigeno ha numero di ossidazione – 1/3
I subossidi sono composti in cui l’elemento legato all’ossigeno che presenta numero di ossidazione – 2 si trova in quantità maggiori rispetto a quella presente in un ossido. Ad esempio il subossido del boro è B6O il che implica la presenza di legami tra gli atomi dell’elemento meno elettronegativo come avviene tipicamente nei cluster.
I subossidi in cui è presente un metallo, che sono stati oggetto di indagine negli ultimi decenni tramite cristallografia a raggi X, costituiscono intermedi da cui si ottiene l’ossido.
Essi sono composti generalmente colorati e la relativa colorazione indica un grado di delocalizzazione degli elettroni.
Un particolare subossido è il subossido di carbonio, usato nella sintesi dei malonati, avente formula C3O2 avente struttura O=C=C=C=O in cui sono presenti 4 legami cumulativi ed è quindi un cumulene.