Il nitrato di argento è un composto che viene usato molto frequentemente nei laboratori chimici ed in particolare nell’ambito delle titolazioni argentometriche per la determinazione del cloruri che viene effettuata con il metodo di Mohr e con il metodo di Volhard.
Nel metodo di Mohr il titolante è costituito da una soluzione di nitrato di argento e viene usato il cromato di potassio come indicatore che dà un precipitato rosso di cromato di argento, dopo che hanno reagito tutti gli ioni cloruro.
Il metodo di Volhard è invece un esempio di retrotitolazione in cui si aggiunge un eccesso di nitrato di argento all’analita e, in seguito alla precipitazione di AgCl, l’eccesso dello ione Ag+ viene titolato con tiocianato in presenza di ferro(III).
Quando tutto il tiocianato di argento è precipitato, la prima goccia di titolante in eccesso reagisce con l’indicatore dando un composto di colore rosso sangue.
Il nitrato di argento un tempo veniva chiamato caustico lunare in quanto gli alchimisti chiamavano l’argento luna ritenendo che tale elemento fosse associato alla luna.
Con il nome di pietra infernale o di caustico lunare il nitrato di argento viene usato per cauterizzare ferite infette, mentre una soluzione all’1% mostra proprietà antisettiche.
Il nitrato di argento ha formula AgNO3 e si presenta come un solido cristallino incolore solubile in acqua; sebbene molti sali di argento siano scarsamente solubili in acqua questo composto, come tutti i nitrati, ha un’elevata solubilità: la solubilità a 25°C è di 256 g/100 mL.
Nel nitrato di argento il numero di ossidazione dell’argento, che si trova in forma ionica, è +1; la sua struttura è mostrata in figura:
Derivando da un acido forte e da una base debole il nitrato di argento impartisce un pH minore di 7 alle sue soluzioni.
Il nitrato di argento viene sintetizzato per reazione dell’argento metallico e acido nitrico. A seconda della temperatura e della concentrazione dell’acido si hanno reazioni con sottoprodotti diversi. La reazione a freddo e in presenza di acido nitrico diluito dà come prodotto di reazione, oltre al nitrato di argento, il monossido di azoto:
3 Ag(s) + 4 HNO3(aq) → 3 AgNO3(aq) + 2 H2O(l) + NO(g)
La reazione a caldo e in presenza di acido nitrico concentrato dà come prodotto di reazione, oltre al nitrato di argento, il biossido di azoto:
Ag(s) + 2 HNO3(aq) → AgNO3(aq) + H2O(l) + NO2(g)
Poiché gli ossidi di azoto sono tossici entrambe le reazioni devono essere condotte sotto cappa.
Il nitrato di argento è un agente ossidante: nella gran parte dei casi viene ridotto l’argento, ma si può verificare anche la riduzione dell’azoto presente nel gruppo nitrato.
Per riscaldamento a circa 440°C il nitrato di argento si decompone secondo la reazione:
2 AgNO3(s) → 2 Ag(s) + 2 NO2(g) + O2(g)
In ambiente basico il nitrato di argento dà luogo alla formazione ad una polvere scura di ossido di argento secondo la reazione:
2 AgNO3(aq) + NaOH(aq) → Ag2O(s) + NaNO3(aq) + HNO3(aq)
Il nitrato di argento reagisce con il rame per dare cristalli aghiformi di argento metallico e una soluzione blu di nitrato di rame (II):
2 AgNO3(aq) + Cu(s) → 2 Ag(s) + Cu(NO3)2(aq)
Una soluzione di nitrato di argento concentrate può provocare ustioni se viene a contatto con la pelle mentre soluzioni diluite provocano la formazione di una macchia marrone che scompare solo dopo il ricambio cellulare ovvero in circa 10 giorni